Data: 28/12/2008 09:26:00 - Autore: Luisa Foti
Presenterà ricorso al Tar, il Codacons, contro l'aumento di 1,5 euro del Canone Rai deciso dal Governo. Il Codacons dichiara battaglia, soprattutto alla luce delle promesse fatte alla presentazione del decreto-anticrisi in cui si era promesso di bloccare tutti gli aumenti automatici. Il Decreto recante “misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale” all'art.3, “Blocco e riduzione delle tariffe” dispone il blocco delle tariffe che sarebbero dovute aumentare automaticamente. “Al fine di contenere gli oneri finanziari – si legge nel testo dell'art.3 – a carico dei cittadini e delle imprese (…), è sospesa l'efficacia delle norme statali che, obbligano o autorizzano organi dello Stato ad emanare atti aventi ad oggetto l'adeguamento di diritti, contributi o tariffe a carico di persone fisiche o persone giuridiche in relazione al tasso di inflazione ovvero ad altri meccanismi automatici…”. È proprio questa la ragione per cui, il Governo non ha bloccato il canone rai: l'articolo in questione si riferirebbe alle sole tariffe, mentre il Canone Rai è una imposta. Il Codacons, quindi, ci tiene a sottolineare che la disposizione non fa altro che prendere in giro i consumatori. Questa è la motivazione che spinge l'Associazione a presentare ricordo al Tar: “se si vogliono rilanciare i consumi - come si legge nel comunicato stampa diffuso dall'associazione – occorre che le famiglie vengano sgravate almeno per due anni da tutti gli aumenti automatici che subiscono, dalle tariffe dell'acqua, escluse dal decreto anticrisi, alle autostrade (solo sospesi fino al 30 aprile), dal canone rai, al canone telecom. Non è possibile che stipendi e pensioni non siano mai indicizzati all'inflazione mentre tutto il resto si.” Inoltre l'associazione, nel richiedere l'attuazione dell'art.1, comma 132, della vecchia legge finanziaria, in riferimento alla possibilità per le persone di età pari o superiore a 75 anni con reddito proprio o del coniuge non superiore a 516,46 euro per tredici mensilità, senza convienti, propone contestualmente l'abolizione del canone rai per quegli 8 milioni di italiani che hanno diritto al bonus famiglia.
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