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Data: 23/04/2009 12:00:00 - Autore: Roberto Cataldi Il lavoratore che resta casa per malattia non può concedersi di fare un giro in motocicletta. L'avvertimento arriva dalla Cassazione secondo cui l'utilizzo della propria moto denota scarsa attenzione alla propria salute e ai relativi doveri di cura ritardandone la guarigione. Sulla scorta di tale principio la Corte (sentenza 9474/2009) ha accolto il ricorso di una clinica privata e si era opposta alla reintegrazione nel lavoro di un dipendente che era stato sorpreso, durante un'assenza per malattia, a recarsi al mare con la sua moto. In quel giorno tra l'altro il lavoratore, dopo essersi fatto il bagno al mare, aveva raggiunto un'altra azienda in cui svolgeva una seconda attività in qualità di direttore sanitario. I giudici della Corte non hanno contestato il fatto che lavoratore svolgesse un secondo lavoro, avendo rilevato che il suo primo impiego era comunque in part-time. La corte piuttosto ha fatto rilevare che il lavoratore nonostante la sua malattia (artrosi all'anca) si fosse messo alla guida di una moto di grossa cilindrata prima per andare in spiaggia e poi per recarsi alla seconda attività lavorativa. Secondo la Cassazione il lavoratore ha mostrato scarsa attenzione alla propria salute e ciò è dimostrazione del fatto che lo stato di malattia non era assoluto e non impediva comunque l'espletamento di una attivita' ludica o avorativa. In precedenza la corte d'appello aveva revocato il licenziamento del medico sostenendo che l'aver guidato una moto e l'essersi recato al mare per fare i bagni, non erano attività in contrasto con gli obblighi di cure e riposo in modo da compromettere ulteriormente la guarigione. Contro tale decisione è stata la Clinica a rivolgersi alla Suprema Corte evidenziando che l'uso della motocicletta durante la malattia per andare al mare non era certo atteggiamento propriamente tipico di un malato. Accogliendo il ricorso la Corte ha ricordato che "l'espletamento di altra attivita' lavorativa ed extralavorativa da parte del lavoratore durante lo stato di malattia e' idonea a violare i doveri contrattuali di correttezza e buonafede nell'adempimento dell'obbligazione, posto che il fatto di guidare una moto di grossa cilindrata, di recarsi in spiaggia e di prestare una seconda attivita' lavorativa sono indici di una scarsa attenzione ai doveri di cura e ritardano la guarigione". Sara' ora la Corte d'Appello di Napoli a dovere riesaminare il caso. |
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