Data: 04/05/2009 09:00:00 - Autore: Cristina Matricardi
La Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione (Sent. n. 9847/2009) ha stabilito che le societ� sono tenute a comunicare chi era alla guida dell'auto perch� in aziende ben organizzate �l'uso dei veicoli normalmente risulta dai turni di servizio�. Quando non lo fanno pagano una multa salata. La Corte, nel caso di specie, ha precisato che �il giudicante � pervenuto a una decisione errata, considerato che l'obbligo di cui all'art. 126 bis del codice della strada (come modificato dalla sentenza della corte costituzionale n. 27 del 2005), sanzionato dall'articolo 180, ottavo comma, del codice della strada non pu� essere eluso adducendo, come nel caso di specie, la difficolt� di individuazione del soggetto che ha utilizzato il veicolo. Infatti, occorre tener conto che nell'ambito di un'attivit� correttamente organizzata, l'uso dei veicoli normalmente risulta dai turni di servizio e che comunque anche in organizzazione di piccole dimensioni spetta al proprietario del veicolo tener nota dell'utilizzo dei veicoli adottando gli opportuni accorgimenti e ci� ai fini di adempiere a quanto richiesto dall'art. 180 Codice della Strada�. Ha quindi aggiunto che �questa Corte ha gi� avuto occasione di affermare tale principio e di recente con Cass. 2007 n. 13748, la cui massima ufficiale � la seguente: in tema di violazioni alle norme del codice della strada, con riferimento alla sanzione pecuniaria inflitta per l'illecito amministrativo previsto dal combinato disposto degli articoli 126 bis, secondo comma, penultimo periodo, e 180, ottavo comma, del codice suddetto, il proprietario del veicolo, in quanto responsabile della circolazione dello stesso nei confronti delle pubbliche amministrazioni non meno che dei terzi, � tenuto sempre a conoscere l'identit� dei soggetti ai quali ne affida la conduzione, onde dell'eventuale incapacit� d'identificare detti soggetti necessariamente risponde, nei confronti delle une per le sanzioni e degli altri per i danni, a titolo di colpa per negligente osservanza del dovere di vigilare sull'affidamento in guisa da essere in grado di adempiere al dovere di comunicare l'identit� del conducente. Peraltro, la sentenza della Corte costituzionale n. 27 del 2005 � che pure ha dichiarato l'illegittimit� costituzionale del secondo comma dell'art. 126 bis cod. strada, nella parte in cui era comminata la riduzione dei punti della patente a carico del proprietario del veicolo che non fosse stata anche responsabile dell'infrazione stradale � ha affermato, con asserzione che in quanto interpretativa e confermativa della validit� di norma vigente, trova applicazione anche ai fatti verificatisi precedentemente e regolati dalla norma stessa, che �nel caso in cui il proprietario ometta di comunicare i dati personali e della patente del conducente trova applicazione la sanzione pecuniaria di cui all'articolo 180, comma ottavo, del codice della strada' e che �in tal modo viene anche fugato il dubbio in ordine ad una ingiustificata disparit� di trattamento realizzata tra i proprietari di veicoli, discriminati a seconda della loro natura di persone giuridiche o fisiche, ovvero, quanto a queste ultime, in base alla circostanza meramente accidentale che le stesse siano munite o meno di patente'. (Nella specie, il giudice di pace aveva rigettato l'opposizione al verbale di accertamento, per violazione dell'articolo 180, comma ottavo, cod. strada, proposta da una societ� in a.s., secondo cui le era stato impossibile identificare il conducente a causa dei numerosi automezzi di sua propriet� affidati a vari dipendenti e dell'insussistenza dell'obbligo di registrare ciascun affidamento; la S.C., poich� non era stata fornita idonea ragione per esimersi da responsabilit�, ha rigettato il ricorso per erronea interpretazione della norma suddetta in relazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 27 del 2005)�.
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