Data: 11/08/2009 10:02:00 - Autore: Roberto Cataldi
E' stato presentato in Senato un disegno di legge che propone di incentivare l'allungamento dell'età lavorativa. La proposta è bi-partisan e mira ad aumentare il tasso di occupazione nella fascia di età compresa tra i 60 e i 75 anni attraverso la riduzione di oneri contributivi a carico del datore di lavoro e l'offerta al lavoratore della possibilita' di avere un vantaggio economico maggiore rispetto a quello che avrebbe andando in pensione subito. In un'intervista a Labitalia il senatore Ichino spiega che questo "E' un modo per innescare un gioco a somma positiva un gioco in cui tutti hanno dei vantaggi, se decidono di beneficiarne: i lavoratori perche' guadagnano di piu' continuando a lavorare che andando subito in pensione, le aziende perche' hanno uno sconto sul costo del lavoro e la collettivita' perche' l'erario ha un debito pensionistico un po' piu' basso da ripianare'. La proposta di legge interessa circa 7 milioni di persone di età compresa tra i 65 e i 75 anni, anche se non appare del tutto chiaro come si possano creare maggiori vantaggi economici effettivi per tutti (rispetto al sistema pensionistico attuale) se l'obiettivo è quello di ridurre la spesa pubblica. In ogni caso è previsto un periodo sperimentale della durata di tre anni. Il problema della necessità di aumentare l'età del pensionamento appare legato all'aumento della speranza di vita, all'invecchiamento della popolazione e al calo demografico. Nella sua intervista Ichino spiega che 'Il contributo del 60enne o del 65enne al ciclo produttivo e' un contributo sovente molto diverso da quello che puo' dare un giovane, perche' e' un contributo fatto di esperienza, di memoria storica dell'azienda, di equilibrio, di capacita' di far fronte agli imprevisti. Spesso, privandosi dell'apporto del sessantenne, l'azienda perde qualcosa che il giovane non puo' dare. Bisogna promuovere una cultura del lavoro nuova: l'azienda deve imparare a essere piu' flessibile in relazione alle esigenze del lavoratore anziano, accettando, ad esempio, la riduzione dell'orario, in funzione di una transizione graduale al pensionamento pieno'. Si tratterebbe in sostanza di un cambiamento culturale: 'Dobbiamo entrare nell'ordine di idee di cambiare la nostra cultura - continua Ichino - e considerare che piu' a lungo si puo' lavorare, meglio e' per tutti' e 'la prosecuzione del rapporto di lavoro puo' anche essere una prosecuzione a tempo parziale, perche' il tempo pieno e' solo una delle tante forme possibili di organizzazione del lavoro'.
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