Data: 28/11/2009 00:01:00 - Autore: Roberto Cataldi
I magistrati sono abituati a essere oggetto di critiche soprattutto quando ci sono in ballo vicende di notevole risonanza sociale. Ma non si lasciano di certo influenzare dalla Piazza. A difendere la Categoria � la proprio la Corte di Cassazione che ricorda come normalmente i magistrati sono persone 'di provate qualita' morali e psicologiche" ed � per questo che la piazza e le critiche non influiscono affatto sulla loro libera determinazione. Bisogna insomma tenere conto, secondo la Corte, di queste qualit� e dell'esperienza che in genere possiedono le persone che sono chiamate a svolgere funzioni giurisdizionali. Gli Ermellini (sentenza 45310/2009) si sono pronunciati in questo senso esaminando il caso relativo a un sequestro di una discarica. Dieci persone per le quali era stato richiesto il rinvio a giudizio si sono rivolte alla Cassazione affermando che la risonanza mediatica della vicenda e le proteste di piazza avrebbero inciso sulla libert� dei giudici di determinarsi secondo la propria coscienza. Alla suprema Corte si era chiesto di spostare il processo in altra localit� ma la terza sezione penale ha respinto tale richiesta ricordando che "le campagne di stampa, quantunque accese, astiose e martellanti o le pressioni dell'opinione pubblica non sono di per se' idonee a condizionare la liberta' di determinazione del giudice, abituato ad essere oggetto di attenzione e critica senza che per cio' solo ne resti menomata la sua indipendenza di giudizio o minata la sua imparzialita'".
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