Data: 05/12/2009 14:12:00 - Autore: Adnkronos
Le consuetudini del Belpaese viste e messe in crisi dalla Cassazione. Dalla A alla Z, ecco il dizionario stilato nel tempo da piazza Cavour che 'rieduca' gli italiani.                                                                                                      
A- Amanti. Andrebbero evitate/i non solo perche' fanno rischiare l'addebito in caso di separazione. Addirittura sono "motivo di disonore" quelle dei carabinieri perche' gettano discredito all'Arma. Guai poi a sbandierare il triangolo via sms, puo' costare una condanna per molestia.
B- Baci. Mai rubati. Sull'argomento, gli 'ermellini' hanno stilato una vera e propria classifica spiegando quando sono proibiti e quando non sono penalmente censurabili. Il "bacio alla russa", in quanto "scambiato come forma di saluto, non puo' identificarsi come atto sessuale". Stesso discorso vale "in certi contesti familiari o parentali, in cui il bacio sulla bocca tra parenti e' solo un segno di affetto, privo di connotazioni sessuali penalemente irrilevanti". Al di fuori di questi contesti il bacio sulla bocca continua ad avere rilevanza penale e ad essere punito come violenza sessuale "se dato senza il consenso o con abuso della posizione di inferiorita' del soggetto passivo".
 C- Cellulari. L'inseparabile apparecchio divenuto una sorta di protesi per molti italiani e' oggetto di censure. Se utilizzato in auto, o durante le ore di lezione a scuola. Le multe fioccano non solo se si sta parlando ma anche se si sta semplicemente cercando un numero sulla rubrica. Le mani in sostanza devono stare sempre sul volante. La Suprema Corte ne spiega i rischi: "l'uso del cellulare per la ricerca di un numero telefonico nella relativa rubrica o per qualsiasi altra operazione dall'apparecchio consentita risulta censurabile in quanto determina non solo una distrazione in genere, implicando lo spostamento dell'attenzione dalla guida all'utilizzazione dell'apparecchio, ma anche l'impegno di una delle mani sull'apparecchio con temporanea indisponibilita' e comunque conseguenziale ritardo nell'azionamento dei sistemi di guida".
D- Detti o modi di dire da evitare. E' ingiuria dare del 'bambino' al proprio superiore o del "don Abbondio" a qualcuno. C'e' ancora chi usa l'espressione 'lei non sa chi sono io': per gli 'ermellini' e' da censurare in quanto del tutti "sconveniente".
E- Enfatizzare. Mai farlo con i vizi delle donne. Potrebbero offendersi. In quel caso scatta una condanna per ingiuria. C'e' una prima vittima, multata per avere detto ad un'amica dal viso un po' allungato che aveva una "faccia da cavallo".
F- Figli maggiorenni, bamboccioni e da mantenere anche a quarant'anni. Sul tema, la Cassazione e' molto chiara e compatta: i figli vanno mantenuti, anche se maggiorenni, finche' non si realizzano e fino a quando non sono in grado di essere economicamente autonomi. A meno che la mancata realizzazione o il mancato reperimento di un lavoro derivi da loro "inerzia", quindi da una loro "colpevole inattivita'".
G- 'Grande fratello'. Meglio limitarsi a quello in tv. Nella vita e' preferibile lasciarlo perdere. Specie nei condomini. Se, infatti, la telecamera rivela attimi di vita non comune si viola la privacy. No alle telecamere anche nelle toilette pubbliche. Stesso discorso se viene spiato un lavoratore in ufficio. La vigilanza sul lavoro, hanno avuto modo di chiarire gli 'ermellini', va mantenuta in una "dimensione umana, e cioe' non esasperata dall'uso di tecnologie".
H- Hotel. Quando si va in vacanza e si rimane vittima di un furto in albergo, l'albergatore e' tenuto a risarcire i vacanzieri se il servizio di custodia e' carente. "L'albergatore - hanno chiarito i supremi giudici - puo' certamente porre dei limiti di orario al servizio di custodia e cosi' usufruire del corrispondente risparmio di costi, ma poi non puo' riversare sulla clientela i conseguenti rischi ove il furto si verifichi nelle ore di indisponibilita' del servizio e alla limitazione si uniscano lacune nella sorveglianza dei locali e delle chiavi delle camere".
I- Incivilita'. L'ultimo esempio condannato dai supremi giudici e' legato alle cattive abitudini che si verificano per strada. Il motorino che taglia la strada all'automobilista, la pratica di chi al volante non cede il passo al pedone che attraversa sulle apposite strisce zebrate. E ancora parlare al telefonino mentre si guida.
L- Litigare. Una pratica molto diffusa che fa spesso finire in tribunale. Quando si e' sul taxi, meglio farsi passare la rabbia visto che i supremi giudici hanno sancito che il tassista puo' scaricare dopo un litigio il cliente in quanto la cessazione della prestazione e' "occasionale".
M- Marinare la scuola. Non e' una abitudine ma e' molto frequente tra i ragazzi. I genitori rischiano una multa avendo l'obbligo di vigilare sui figli minori e di impartirgli quanto meno l'istruzione elementare. In caso di assenze ingiustificate a scuola dei propri figli, non possono invocare a loro discolpa il fatto di non essere stati informati delle assenze.
N- Nomi ridicoli. Rischiano di essere cambiati d'ufficio i nomi troppo insoliti che a volte i genitori decidono di mettere ai loro pargoli. A nulla servira' insistere riportando gli esempi di coppie famose che, per i loro figli, hanno scelto nomi stravaganti.
O- Ostacolare. Mai impedire ai figli di uscire di casa. Nemmeno se le ragioni del divieto ad avviso dei genitori sono giustificate dal preservare i figli da un pericolo. Chiudere in casa i figli mette a rischio la loro salute, causando uno 'stress emotivo' per il divieto di uscita. E puo' costituire abuso dei mezzi di correzione.
P- Pulizie. Attenzione ad imporle alla propria moglie perche' puo' configurare reato di maltrattamento umiliare la consorte costringendola alle pulizie di casa. Un comportamento di questo tipo e' "vessatorio" e dunque meritevole di condanna penale.
Q- Querele. Sono ormai una consuetudine in Italia visto il numero di cause che ogni anno intasano i tribunali. Ormai si fa causa per le questioni piu' disparate e futili. In certi casi la querela ha riguardato liti per un valore irrisorio di 2 o 3 euro.
R- Russare. Potrebbe diventare rischioso in caso di separazione. Piu' di un marito, infatti, si e' sentito chiedere l'addebito del crac matrimoniale a causa dell'incessante russare.
S- Suocera. Chi non ce l'ha, e pure invadente. In questo caso la suocera puo' essere causa di addebito per il coniuge che ha tollerato o favorito l'ingerenza del proprio genitore in danno del me'nage familiare e/o dell'altro coniuge. Le ingerenze dei suoceri sono equiparate alle infedelta' coniugali in termini di gravita'.
T- Telefonate. Su quelle private fatte dall'ufficio gli 'ermellini' hanno stilato un vademecum stabilendo che una telefonata al giorno dall'ufficio e' reato, una ogni due si puo' e inoltre rende piu' sereno il lavoratore. L'utilizzo del telefono dell'ufficio con questa frequenza rientra nel 'caso eccezionale' e non e' punibile poiche' in questi casi "l'ordinamento espressamente riconosce la deroga all'uso del telefono da parte del pubblico dipendente".
U- Urlare. Se gli strilli vengono rivolti al dipendente in ufficio ci puo' essere mobbing. Sul tema la Cassazione ha avuto modo anche di 'rieducare' i politici multandoli quando si sono approcciati all'interlocutore con urla e insulti.
V- Vietare. Attenzione a porre troppi veti alla consorte. Vietarle di esprimere la propria femminilita' ricorrendo al trucco estetico puo' essere vera e propria violenza.
Z- Zittire. Impedire a qualcuno di parlare accade spesso e non e' molto educato. Se la pratica si verifica in un tribunale e' motivo di censura anche per un magistrato che inviti l'avvocato della parte in causa a tagliare la difesa.

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