Data: 17/05/2010 10:00:00 - Autore: Avv. Paolo M. Storani
Per il 14 maggio 2010 era in programma che l'ex Ministro, per sua stessa scelta, deponesse avanti al PM: Magistrato garantista, meticoloso e garbato, il Dott. Sergio SOTTANI, titolare, insieme alla collega Dott.ssa Alessia TAVARNESI, dell'inchiesta proveniente per competenza da Roma a seguito del coinvolgimento di un alto togato della Magistratura romana e denominata da tutti gli organi d'informazione "della cricca dei Grandi Appalti", è Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Perugia e si interessa da parecchi anni di indagini complesse. L'ultima volta che ci siamo incontrati era poco dopo la scomparsa del comune Maestro del diritto e di vita al tempo in cui entrambi muovevamo i primi passi nelle nostre, rispettive funzioni. Sommessamente, prendendola alla larga, consapevole di quale rapporto di stima lo legasse a quella Persona che l'aveva visto Giudice di prima nomina, nella pausa di un convegno sulle intercettazioni chiedevo al Dott. Sottani se la notizia gli fosse giunta in quel di Perugia; insomma sapeva o non sapeva che il "nostro" Maestro non c'era più? Qualcuno si era preso la briga di dargli il mesto avviso? Il Dott. Sottani mi ha risposto: "Sì, l'ho saputo, sono anche stato al funerale". Mi colpì ancora una volta la sua sensibilità. Tra una maxi-inchiesta e l'altra, si era preso la briga di sobbarcarsi ad un viaggio non brevissimo nell'ostico Appennino per onorare la memoria di quella grande Persona prematuramente deceduta. Partecipare non equivaleva a farsi vedere da qualcuno. Nessuno in quella Famiglia ricopre incarichi nel settore - Giustizia. Il Dott. Sottani è uno di quei Magistrati di razza dai quali, archiviazione o richiesta di rinvio a giudizio, il difensore dell'indagato accetta con serenità l'epilogo procedimentale perché viene spontaneo nutrire il massimo rispetto per la qualità, la profondità e l'equilibrio del lavoro d'indagine se non altro perché il Dott. Sottani ha profondo rispetto del ruolo e della funzione degli avvocati. Non li considera inutili o peggio dannosi orpelli che stanno ad intralciare l'inquisitore sulla via della condanna. Ha incisività nel progredire delle investigazioni, ma anche capacità e disponibilità di ascolto. Ha svolto le funzioni di Giudice del dibattimento ed ha una panoramica completa dell'universo mondo del processo, civile, penale, lavoro e tributario, con un'incursione pure nel noir con "Backstage" edito nel 2007 per Einaudi Stile Libero insieme a Massimo Carloni ed Alessandro Cannevale, quest'ultimo Magistrato anch'egli della Procura umbra. E' anche relatore apprezzatissimo a convegni giuridici di alto profilo. Guizza nei suoi gesti la completezza e la versatilità che avevano i Pretori di un tempo. Ed un legale minimamente scafato ha il radar: capisce al volo se, quanto al versante del rispetto dei ruoli, esista la proprietà transitiva. Tanto per esemplificare, capita d'incrociare ai dibattimenti penali, nella routine d'udienza, alcuni vice-procuratori-PM d'udienza (non togati, quindi) sciatti e pieni di spocchia, inversamente proporzionale alla preparazione. Tornando all'ex Ministro, spiegava appena dieci giorni fa: "Ho proposto al Magistrato un incontro a breve", riportava sul quotidiano "La Repubblica" il cronista Francesco Bei. Il 4 maggio 2010 divulgava il di non essere "neanche indagato", pronto a rispondere ad ogni domanda ed a chiarire ogni aspetto della vicenda del "mezzanino, anche un po' buio" ad un passo dal Colosseo pagato un prezzo non certo di mercato. Del resto, le pareti dell'edificio della politica debbono essere di cristallo ed ogni gesto del politico deve essere tracciabile e giudicabile, in prima battuta dai suoi stessi elettori, eporediensi e nazionali. L'augurio, quindi, per l'ex Ministro è di dimostrare la correttezza della propria condotta in nome del principio che la buona fede si presume. Ma ora, in assenza di novità da quella data in cui pronunciò quella dichiarazione d'intenti ad oggi, perché proclama: "non vado, a Perugia mancano le garanzie"? Ora vorrebbe forse essere indagato per pronunciare a voce alta un bel "mi avvalgo della facoltà di non rispondere"?

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