Data: 28/07/2010 08:30:00 - Autore: Avv. Paolo M. Storani
"Libero chi legge" di Fernanda PIVANO è una goduria: l'Autrice non c'è più da quasi un anno, ma Mondadori lo ha appena mandato in libreria (in questi giorni di luglio 2010) nella collezione "Ingrandimenti" all'esiguo costo di €18,00 ben investiti in sapere: una kermesse di autori cari (spesso amici di una vita) alla traduttrice, scrittrice, giornalista e critica scomparsa il 18 agosto 2009 e mai troppo rimpianta da chi si reca periodicamente in America alla scoperta di autori, per puro piacere di conoscerli o per finalità editoriali (Marco CASSINI, comproprietario con Daniele di Gennaro della Casa Editrice minimumfax, ricorda che quando, nel 1996, conobbe Jay McInerney, Paul Auster e Susan Sontag "mi ero provvidenzialmente fatto dettare da Fernanda, la sera prima di partire, la sua intera, preziosissima rubrica newyorkese"). Ma leggere i suggerimenti di lettura di Fernanda Pivano in nome della LIBERTA' DI PAROLA pare oggi un controsenso in relazione al famigerato art. 29 della Legge cosiddetta "Bavaglio", prossima all'approvazione dopo le ennesime modifiche apportate in Commissione Giustizia della Camera. In particolare, entro qualche giorno inizierà la discussione finale alla Camera. Balza subito agli occhi la draconiana misura dell'obbligo di rettifica che incredibilmente parifica i "siti informatici", ben inteso: anche quelli AMATORIALI!, alle testate giornalistiche. La multa, in caso di indampimento, può ascendere sino ad €12.500,00. Diciamola tutta: sanzioni DEMENZIALI. Parecchi siti cesseranno di esistere. Eppure si tratta di diritti fondamentali dell'uomo: il web e l'intera blogosfera è una risorsa democratica che assolve a finalità insostituibili. Abbiamo sempre sostenuto che il web non può essere la prateria in cui tutto è lecito e nulla è sanzionato ed abbiamo preso in analitica disamina la fattispecie di Facebook (e dei correlati profili di responsabilità) nella news del 12 aprile 2010; ma il termine di ventiquattro ore di tempo per la rettifica, da eseguirsi "con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono" è inesigibile per chi gestisce e dirige un Portale. Equivale a rendere la vita impossibile a chi, con pochissimi mezzi, ricco soltanto di inesauribile passione e di qualche disinteressato compagno d'avventura, si vedrebbe addossato un fardello di responsabilità del tutto sproporzionato all'agilità ed alla semplicità della forma espressiva ed informativa. Un Portale come Studio Cataldi è di necessità una forma di espressione del pensiero artigianale, ma proprio per questo rapida, diretta, genuina, fragrante come il buon pane. Caro Direttore, una volta che sarà entrato in vigore il comma 29 della Legge "Bavaglio" non avrai mai più diritto ad un weekend e Ti dovremo portare i panini; infatti, al rientro in Redazione potresti trovare l'istanza di rettifica già scaduta da qualche ora! Oltretutto, la misura è iniqua dal momento che, nel mondo del web, contrariamente a quel che avviene in quello dell'editoria e delle tv, è estremamente più agevole avere accesso ad incisive forme di TUTELA DI FATTO nel senso che io posso sul mio blog o sul mio Portale ripristinare la verità di un fatto che mi abbia riguardato e che sia stato riportato in modo erroneo od inesatto. Ciò diversamente da quel che accade nel rapporto con una testata giornalistica, dietro cui si cela un editore, sovente dalle spalle larghissime. Purtroppo, la conseguenza dell'entrata in vigore di tale comma 29 potrebbe essere letale: ne sortirebbe la chiusura di molte forme di espressione libera ed in subordine una rigida autocensura per evitare sanzioni. In casi limite, si arriverebbe alla censura dell'intero Google. Anche in questo caso, come per le intercettazioni telefoniche ed ambientali, la privacy diventa un pretestuoso grimaldello per spegnere o, nella meno peggiore delle ipotesi, attenuare grandemente la libertà di parola e di informazione nel nostro Paese, consegnandola chiavistelli in mano a chi già spadroneggia o è condizionabile ed influenzabile per questioni ovvie economiche. Non va mai dimenticato che in democrazia vota con pienezza chi è posto in condizione di informarsi; altrimenti, il voto diventa pura forma priva di sostanza. Resta pur sempre attuale la celeberrima frase di ROUSSEAU: "Il popolo inglese crede di essere LIBERO, ma si sbaglia di grosso. Lo è soltanto durante l'elezione dei membri del Parlamento; appena questi sono eletti, esso diventa SCHIAVO, non è più niente. Nei brevi momenti della sua libertà, l'uso che ne fa merita di fargliela perdere". Parole che fanno riflettere se parametrate agli impegni bipartisan ad eliminare o limare le misure che stiamo commentando: impegni rimasti tutti inevasi da tutto l'arco parlamentare. Pleonastico ricordare ancora che una testata giornalistica possiede strutture, risorse umane ed economiche per affrontare una normativa così gravosa, mentre i normali siti internet no di certo. Nella nota al lettore che funge da preambolo al testo di Fernanda PIVANO si legge: "questo volume è dedicato a chi sogna di vivere in un mondo senza differenze sociali, senza IMPOSIZIONI, senza PAURE. E' libro che nasce per diffondere ancora di più il messaggio di Fernanda Pivano: libero chi legge, appunto". Ricorda l'Autrice: "Nel 1941 Franklin Delano ROOSEVELT ha fatto il famoso discorso sulle quattro libertà: libertà di parola, di culto, dal bisogno, dalla paura. La libertà a tutti i livelli: non avere paura, essere liberi, senza dittature. Questa era la BASE del sogno americano e della sua letteratura; la letteratura di cui mi sono innamorata. Per me l'America rappresentava la libertà in un periodo in cui la libertà in Italia non c'era". Chi sia a conoscenza dell'esistenza in un'altra Nazione a regime non autoritario e non liberticida di una norma simile al comma 29 della Legge sulle intercettazioni ce lo segnali. Può rivelarsi utile a comprendere la funzione anche (inaspettatamente) DIDATTICA e non soltanto informativa di iniziative come il "nostro"-Vostro Portale che state scorrendo una lettera ch'è giunta circa un mese fa in Redazione: "Buongiorno, sono un laureando in giurisprudenza presso l'università di Milano-Bicocca, volevo fare i complimenti a tutti coloro i quali collaborano e gestiscono questo sito; le informazioni e l'eterogeneità dei materiali da Voi presentati, nonchè l'ordine e la chiarezza degli stessi, si sono dimostrati UTILISSIMI ai fini della mia preparazione accademica...ringrazio di cuore e nuovamente mi congratulo con tutti Voi. Distinti e cari saluti. A.B.". Vi assicuro che m'è venuta la pelle d'oca. Abbiamo scritto a questo Amico, che certamente si riconoscerà nella mail ed il cui nome in questo contesto non ha importanza, che la sua è la migliore LINFA per continuare, per insistere e dare sempre di più. Sia che l'art. 29 venga ad esistenza, sia che il Parlamento lo butti ove merita di finire: nel cestino. Nella prima ipotesi, però, un giorno dovremo spiegare a chi verrà dopo di noi come mai in un giorno d'estate del 2010, nel nostro Belpaese, si decise di imbavagliare l'informazione online, consegnandola ai signori professionisti che ne faranno il tempio della distorsione, tale e quale è oggi la tv delle inquadrature-lato B e della finzione. Tranne qualche lodevole, ma insignificante eccezione.

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