Data: 20/08/2010 08:05:00 - Autore: Paolo Storani
Antropomorfizzare? Mai: è considerato dagli etologi un peccato mortale. Anche i veterinari non mancano mai di ricordare che i proprietari (quasi che potessi vendere o locare uno degli splendidi componenti del nostro minizoo) commettono spesso tale errore. Ma si tratta davvero di un errore? Secondo le teorie da sempre in voga gli animali compiono in pratica ogni gesto in prospettiva della diffusione dei propri geni. Tutto parrebbe funzionalizzato alla prosecuzione della specie. E' un dogma che può essere confutato con l'osservazione. In realtà, l'uomo tiene in particolare a riaffermare continuamente la propria (supposta) superiorità su tutti gli altri animali e, in nome di tale autoproclamato predominio, è riuscito nell'ardua impresa di distruggere praticamente ogni habitat naturale con la falsa finalità di un progresso di cui il recente simbolo è costituito dal disastro ambientale del Golfo del Messico: il sedicente progresso dell'uomo consiste nella progressiva, rapida soppressione di ogni forma di vita. Tanto per fare un esempio: sorgerà in mare dirimpetto a Porto Recanati (MC) e Numana (AN), nel cuore della splendida Riviera del Conero, un rigassificatore che renderà l'acqua marina circostante sterile oltre che più fredda di alcuni gradi; gli esperti hanno dispensato a profusione rassicurazioni sulla totale sicurezza del gigantesco impianto che deturperà per sempre uno dei luoghi paesaggisticamente più rilevanti d'Italia; il problema è che se dovesse accadere qualche inghippo ho il sospetto che da Ancona a Pescara pochi la racconterebbero; ma è il progresso, bellezza, par di ascoltare in una nuvola di fumo Bogart, e Porto Recanati avrà (forse) energia gratis per gli immobili comunali. Il pianeta Terra si avvia ad intaccare le proprie ultime risorse naturali di riserva: a far data dal 22 agosto 2010 siamo come una famiglia che si sta mangiando il capitale, mentre in precedenza appagavamo i nostri bisogni con gli interessi, lasciando intatto il gruzzoletto di acqua, aria, aree boschive. ANIMALI e TRAFFICO. Ho osservato che non solo cani e gatti hanno imparato per emulazione ad attraversare sulle strisce pedonali, ma lo fanno addirittura in volo radente i merli. Alcuni animali hanno il senso dell'umorismo: uno che mi ha accudito per vari anni una sera attese il mio ritorno e mi spaventò al buio (ho il vezzo di muovermi all'oscuro) colpendomi decisamente la mano mentre ero alla ricerca dell'interruttore della luce: dopo la perfetta riuscita dello scherzo mi guardava con aria compiaciuta ed ironica. Gli scimpanzè o gli elefanti o i cavalli o i grandi pappagalli ara a tratti denotano virtualità equivalenti alle nostre e possono esprimerle con modalità ed in campi differenti da quelli del ragionamento del mondo umano. Ho allevato per anni in sette, grandi vasche pesci ornamentali del sud-est asiatico e del Sudamerica per la stragrande maggioranza non di cattura; nell'areale che vanta i famigerati Piranha, bravi pesciolotti dal muso che ti guarda in cagnesco, reputo gli Scalari (Pterophyllum scalare) estremamente intelligenti; si tratta di pesci che popolano i corsi fluviali secondari e le anse dei fiumi maggiori del Rio delle Amazzoni e del Rio Negro; sia nei biotopi di provenienza che nella vasca di casa nostra (minimo duecento litri) gli Scalari formano coppie stabili e si scelgono proprio come facciamo noi umani; la differenza sta nel fatto che le coppie "coniugali" di Scalari sono di una fedeltà assoluta; è, poi, possibile leggere sulla livrea dello scalare il suo stato d'animo, se è di cattivo umore ad esempio. La notte che morì Gedeone, il mio capostipite, lo assistetti come "Gedeon" aveva fatto con me in tutti gli anni che ho avuto la fortuna di convivere con quel gran monarca illuminato che governava la sua varipinta ciurma con qualche severo scappellotto. Glisso sul polpo, vedette mondiale in persona dell'ormai mitico Paul: sin dall'antichità il polpo venne considerato dai primissimi classificatori come uno tra gli animali più dotati di intuito. Noi lo mangiamo con le patate dopo averlo sottoposto ad atroci sofferenze. Test specifici hanno dimostrato che gli scimpanzè ci surclassano in quanto a memoria fotografica. Gli elefanti provano spiccato senso del dolore quando i bracconieri uccidono altri animali che da anni pascolavano con loro, ad esempio è acclarato che hanno un debole per i rinoceronti: gli elefanti sono stati visti piangere e lamentarsi per ore sulla fossa che custodiva i resti dei loro amici di cavalcate barbaramente uccisi dai bracconieri per sottrarre i preziosi corni. Ditemi voi che cosa c'entra tutto ciò con la riproduzione. EMPATIA: vediamo un cieco che sta per attraversare un'arteria molto trafficata a più corsie, okay, ha il suo bastone bianco, ma gli automobilisti possono essere distratti o maldestri o bastardi (ho usato per caso un termine del mondo animale che il grande Gad LERNER ha contribuito a rivalutare con un libro stupendo dedicato al suo cane J, un bastardo che ora si usa definire meticcio). Viene spontaneo il gesto, del tutto disinteressato, di fare attraversare il cieco. In cambio dal cieco non mi aspetto proprio niente: provo soltanto soddisfazione nell'aiutarlo in quel gesto che noi vedenti possiamo ripetere abbastanza facilmente. Anche gli animali sono capaci di gesti di generosità disinteressata del genere: i pipistrelli, insettivori utilissimi e sociali che tanto amo, rigurgitano parte del loro cibo per aiutare i meno fortunati, rimasti a digiuno. Il cane – sottolinea il Prof. Dànilo MAINARDI, ordinario a Ca' Foscari di Venezia – "è un animale socialissimo ed ogni sua azione è comunicata, condivisa, coordinata". Un giorno – ricorda il Prof. Mainardi – un cane poliziotto partecipava alle indagini relativa ad un'azione delittuosa: il malvivente aveva abbandonato gli arnesi da scasso e bisognava individuare il responsabile. "Occorreva dimostrare che le tracce odorose lasciate erano di quell'uomo. Così una serie di ferri analoghi era stata proposta al cane, un bellissimo pastore tedesco tipo Commissario Rex" narra amabilmente il Prof. Mainardi, divulgatore di razza …umana. Ebbene, il cane pastore, dopo aver annusato qualche altro arnese maneggiato con assoluta certezza dal sospetto, "in una serie di prove successive, mai sbagliò nell'identificare l'attrezzo incriminato". Ma quel che colpì il prestigioso etologo fu "il palese desiderio di collaborare, c'era divertimento. C'era, infine, il piacere della carezza ricevuta" ("Nella mente degli animali" – Danilo Mainardi, Cairo Editore, 2006). Gli animali provano appagamento, soddisfazione, rabbia, dolore, amore, narcisismo, paura, curiosità, giocosità. Ora il ragionamento si spinge al nocciolo della questione: gli animali possono essere, dunque, annoverati tra gli esseri SENZIENTI MORALI. Pertanto, gli uomini non hanno alcun DIRITTO 1) di TORTURARLI, 2) di SOPPRIMERLI, 3) e neppure di cibarsene. Leonardo da Vinci era vegetariano ante litteram. Non a caso è stato l'essere umano più creativo della storia. La carneficina di animali che ogni giorno ed ogni notte pone fine ad una miriade di vite tra sofferenze inenarrabili è sotto gli occhi di ogni utente della strada: correre in auto o in moto come pazzi per rientrare a casa da Fido, amore dei nostri occhi, ed intanto per arrivare prima sterminiamo qualche altro cane e qualche gatto di altri (tanto, chiusissimi nel nostro microcosmo, se soffrono gli altri che ci frega?!) o esemplari randagi oppure un'istrice, una volpe, un lupetto, uno scoiattolo, un tasso, i soavi rapaci, principi delle tenebre; Romeo, un gatto randagio di colore bianco e rosso, aspettava il mio rientro serale tanti anni fa: lo avevo chiamato così senza tanta originalità in onore "der mejo gatto der Colosseo" coprotagonista insieme alla regale Duchessa degli "Aristogatti" e mi dimostrava una simpatia spontanea anche prima di prendere l'abitudine di rientrare con un pensierino di cibo: mi faceva lo sgambetto perché desiderava che rimanessi in sua compagnia, si fidava completamente di me rovesciandosi e mostrandomi le parti molli; desiderava solo le mie coccole, ricambiandole; non era di taglia grande ma era chiaramente il maschio dominante del rione; qualche volta tornava dai combattimenti notturni con qualche ferita e bernoccoli vari, ma dopo un periodo di stenti si era ripreso alla grande; ormai eravamo ben coordinati; io avevo con me le scatolette che poi portavo via una volta svuotate; Romeo in origine le mangiava frugalmente sul marciapiedi; poi, una sera, una signora non particolarmente catofila mi urlò che simili comportamenti dovevo tenerli a casa mia (esatto: per l'appunto proprio nel condominio di quel cortile noi a quel tempo abitavamo e Romeo ci dimorava pure da prima, dormendo tollerato su un terrazzino del primo piano) ed allora, per smorzare sul nascere la querelle, cominciai a far mangiare tranquillo il micio all'interno del baule della mia Renault Scenic ove, all'occorrenza, aveva disponibilità d'acqua e di crocchette varie; Romeo aveva anche avuto dei micetti da una gattina di color bianco sporco e praticava ai piccoli delle cure parentali al pari della sua compagna, trasferendoli qua e là afferrandoli per la collottola quando insorgeva qualche pericolo; l'amicizia durò qualche tempo sino a quando, un brutto giorno (il 2 ottobre di una decina d'anni fa), trovai Romeo falciato sulla strada e ne raccolsi l'ultimo spasimo nella fissità della morte. Piansi tra le braccia di mia moglie tutte le lacrime che avevo in corpo per il lutto speciale: quell'Essere nobile si era, in certo qual modo, preso cura di me in un periodo estremamente triste della mia vita ed io gliene ero riconoscente; tant'è che avevo già deciso che sarebbe venuto a vivere da noi non appena ci fossimo trasferiti in un'abitazione un po' più spaziosa e già fantasticavo come sarebbe stato l'inizio della convivenza con quel felino ch'era sensibilità pura e che si meritava una quieta vecchiaia dopo tante avventure. Ora, caro Direttore di Studio Cataldi, con l'approvazione e l'entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, le cose cambiano a vantaggio della memoria di Romeo: in caso di incidente che sia in qualche modo riconducibile alla condotta di guida dell'utente viario e dal quale derivi un danno ad ANIMALI DI AFFEZIONE, DA REDDITO o PROTETTI, il CONDUCENTE dovrà fermarsi e porre in essere tutte le misure idonee ad assicurare all'animale ferito "un tempestivo intervento di soccorso". Traendo sapiente insegnamento dalla giurisprudenza formatasi sull'originaria versione "umana" dell'Art. 189 CdS, l'obbligo di fermarsi e di prestare assistenza non può dirsi osservato quando il conducente si limiti ad una breve sosta che non gli consenta di rendersi conto delle condizioni fisiche dell'animale malcapitato e dell'eventuale necessità di prestargli soccorso. In caso di inottemperanza, si applicherà la sanzione amministrativa da €389,00 ad €1.559,00; inoltre, il tempestivo soccorso incombe anche sui TRASPORTATI con una sanzione inferiore, che disegna un'omissione di soccorso per così dire attenuata, che muove da €78,00 ed arriva al tetto di €311,00. Il legislatore ha operato con la tecnica dell'interpolazione aggiungendo alla fine dell'Art. 189 del Codice della Strada un ulteriore comma, che ha individuato con il n°9-bis); sotto quest'ultimo versante, il legislatore della Riforma stradale ha preso in considerazione anche l'ipotesi in cui il conducente possa essere stato ricoverato in ospedale o comunque si trovi nel frangente nell'impossibilità di provvedere a soccorrere l'animale ferito; per contro, il trasportato potrebbe essere illeso ed agire al posto del conducente. Di certo, la tecnica normativa usata dalla Legge n°120 del 29 luglio 2010 non è splendida ed anzi è perfettibile: ma in nome del progresso bisogna sapersi accontentare di vedere il bicchiere mezzo pieno; il lessico appare impreciso, modellato sulla fattispecie preesistente dell'Art. 189 CdS, penalmente sanzionata, che risulta, interpolazione a parte, confermato integralmente. Infatti, è agevole rendersi conto della perfetta uguaglianza delle due categorie che soggiacciono alla sanzione amministrativa introdotta dalla riforma del Codice della Strada: "l'utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento" e "le persone coinvolte in un incidente". Talché, in ordine all'effettività del bisogno di aiuto dell'animale l'obbligo di assistenza verrà meno soltanto nell'ipotesi di assenza di lesioni, morte o allorché altri abbia già provveduto a chiamare il veterinario e non risulti più necessario, né utile od efficace, l'ulteriore intervento dell'obbligato. Breve inventario della SOTTRAZIONE PUNTEGGI DALLA PATENTE a lume dell'Art. 126-bis CdS: nessun punto può essere defalcato dal peculio in dotazione per la nuova ipotesi di sanzione amministrativa. PROSPETTO delle decurtazioni in materia di Art. 189 CdS. 1^ ipotesi: 4 punti per chi non ottemperi all'obbligo di fermarsi dopo avere causato un incidente con DANNO alle COSE; si tratta del primo periodo del comma 5) dell'Art. 189 CdS e presuppone implicitamente che il danno a cose sia lieve – 2^ ipotesi: 10 punti a carico di chiunque non ottemperi all'obbligo di fermarsi dopo avere causato un sinistro con DANNI GRAVI ai VEICOLI coinvolti tali da determinare l'applicazione della misura delle revisione di cui all'Art. 80 CdS: è il secondo periodo del comma 5) dello stesso Art. 189 CdS e, specularmente all'ipotesi precedente, implica un danno veicolare ingente. 3^ ipotesi: ancora 10 punti per chi non ottemperi all'obbligo di fermarsi dopo avere cagionato un incidente con danno ALLE PERSONE; è il comma 6). E' il momento nevralgico del reato di FUGA previsto dai commi 6) e 7) dell'Art. 189 CdS; balza agli occhi dell'ermeneuta che vengono posti sullo stesso piano sanzionatorio, per l'appunto i dieci punti di sottrazione dal bottino-patente, il valore-uomo ed il valore-veicolo: l'incongruenza è evidente. 4^ ipotesi: 2 punti vengono decurtati a chi non ottemperi all'obbligo di porre in atto le misure idonee a salvaguardare la sicurezza della circolazione in caso di incidente stradale con ingombro della carreggiata ovvero non fornisce le proprie generalità o altre informazioni utili alle persone danneggiate nel sinistro: si tratta del comma 9). In uno slancio degno di miglior causa esordiscono anche le AMBULANZE per animali; esistono da tempo, ma adesso potranno adoperare lampeggianti e sirene, il che le avvantaggia nella regola della precedenza. S'impone un vigoroso cambio di mentalità. Il Mahatma Gandhi sosteneva che la grandezza di un popolo si desume dal modo in cui porta rispetto agli animali. Leonardo da Vinci lasciò scritto: «verrà il giorno che sarà giudicato delitto uccidere un animale come ora uccidere un uomo». L'Italia pare avviata a trasformarsi in Paese civile. Al pezzo che state leggendo hanno apportato alcune opportune letterine Chicca, Zigo e Zago, che, quindi, ringrazio per la collaborazione oltre che per la compagnia nella stesura. Nessun apporto è, invece, promanato da piranha, disinteressati all'innovazione.

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