Data: 11/01/2011 10:00:00 - Autore: Avv. Paolo M. Storani
Palazzo della Consulta: la prima causa sul ruolo di oggi, 11 gen '11 (curioso: tutti uno!), riguarda proprio l'attesissima pronuncia della Corte Costituzionale in ordine alla compatibilità costituzionale della legge sul legittimo impedimento dei membri di Governo. Relatore è il Prof. Sabino CASSESE ed il verdetto, dopo il differimento 'istituzionale' del 14 dic '10 (voto di fiducia al governo), è atteso per giovedì prossimo. Per le primissime anticipazioni rimandiamo alla news che Studio Cataldi ha pubblicato il 27 dic '10 h.10, anche se il borsino dei boatos dava ieri in netta ascesa l'opinione dei Giudici contrari alla legge de qua agitur: pare che, invece che in direzione della sentenza interpretativa di rigetto, come scrivemmo in quell'anteprima di corridoio, la bilancia della Corte si stia orientando per bollare in toto o in parte la norma sospettata di illegittimità costituzionale. In settimana avremo il responso dal momento che la camera di consiglio slitterà anche per non assoggettare il Giudice Dott.ssa Maria Rita SAULLE, esperta in Diritto Internazionale, convalescente da recente patologia, ad un tour de force estenuante (sono in calendario altri dieci processi e costei, tra l'altro, è relatrice in ben tre). Secondo il collegio di difesa, composto dagli avvocati Niccolò GHEDINI e Piero LONGO, iscritti nel ruolino ufficiale a patrocinare la causa, la legge non introduce una prerogativa costituzionale, ma integra semplicemente la tipizzazione di alcuni casi di impedimento per premier e ministri a comparire in udienza e, dunque, si versa in ipotesi d'integrazione di un istituto processuale già esistente: l'art. 420-ter cpp. Secondo l'opposta tesi la norma preclude al giudice ogni sindacato in ordine alla verifica dell'effettività del legittimo impedimento, come dimostrò il famoso caso di giurisprudenza, verificatosi nel giugno '10, del neo-ministro, Aldo Brancher, che invocò in Tribunale la disciplina al fine di organizzare un dicastero senza portafogli, quello dell'Attuazione del Federalismo ('Decentramento e Sussidiarietà'), il che provocò anche l'autorevole e fermo intervento del Presidente della Repubblica. Dopo appena diciassette giorni il neo-Ministro si dimise annunciandolo direttamente nell'aula del Tribunale Penale di Milano il 5 lug '10.
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