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Data: 25/02/2011 09:00:00 - Autore: Avv. Paolo M. Storani Le porte del carcere si aprono per la prima volta per l'ex direttore del Teatro Lauro Rossi di Macerata e responsabile degli allestimenti dell'Arena Sferisterio, ch'è stato arrestato in esito alla sentenza definitiva di condanna pronunciata il 24 feb '11 dalla Sezione Quinta della Corte di Cassazione. La sua condanna, aumentata nel transito dal Gup di prime cure alla Corte di Appello delle Marche a 9 anni e 4 mesi per il tentato omicidio della moglie, è stata interamente confermata dalla Cassazione. Un colpo di scena l'arresto, dal momento che sugli organi d'informazione si era diffusa la vulgata che la pena principale, quella della reclusione, non diventasse immediatamente esecutiva perché i Giudici di Piazza Cavour avevano imposto un 'secondo grado bis' avanti alla Corte di Appello di Perugia. Poi eventualmente seguirebbe un ulteriore passaggio in Cassazione. I legali si erano avvalsi di un precedente di giurisprudenza risalente al 2009 della stessa Corte di Cassazione, che riconoscerebbe il diritto ad avere la libertà vigilata anche a chi ha il vizio parziale di mente, come è risultato da una seconda perizia disposta dal Gup sull'imputato con nomina del Prof. PANNAIN dopo un'iniziale relazione che asseriva che il responsabile dell'efferato gesto fosse incapace di intendere e di volere. Solo su quest'ultimo punto, dunque, la Cassazione ha recepito il ricorso in cassazione del collegio di difesa. E solamente su quest'ultimo punto la vicenda dovrà essere riesaminata dai giudici della Corte d'Appello umbra. In primo grado, oltre alla reclusione, il Monocratico del Tribunale di Macerata, Dott.ssa Germana RUSSO, inflisse all'imputato anche due anni di libertà vigilata. In appello, invece, tale misura venne modificata in quella, più penalizzante, di un anno di casa di cura e custodia. I giudici dorici non avevano motivato la misura, in base a un precedente della Corte Costituzionale del 2003, che prevedeva la libertà vigilata solo per chi ha il vizio totale di mente. Già con la news dell'11 mar '10 Studio Cataldi informava che in data 9 mar '10 la Corte d'Appello delle Marche aveva deciso il processo penale riguardante il notissimo caso dell'ex Direttore Artistico del Teatro Lauro Rossi di Macerata che, separato da alcuni mesi, venne arrestato il 4 luglio 2006, poche ore dopo il fortunoso ritrovamento della moglie all'interno di un cassonetto della spazzatura in località periferica, pressoché in fin di vita dopo un tentativo di strangolamento con il filo del telefono. L'imputato aveva fatto visita alla ex di primo mattino, primo delle ore otto, recando con sé un pacchetto di paste, ma anche un BASTONE. Le aveva legato le mani con del nastro adesivo e l'aveva chiusa in un sacco porta abiti di quelli in uso in ambito teatrale, un particolare che farebbe propendere per una premeditazione (del resto, quel tipo di involucro avrebbe evitato la fuoriuscita di sangue ecc... al momento del trasferimento verso il cassonetto). La sfortunata protagonista, rinvenuta cianotica e quando respirava ormai soltanto a tratti, rimase lungamente in sala di rianimazione e deve la vita ad un passante che udì il flebile lamento ed aprì il cassonetto certo di trovarvi un gattino abbandonato. Nel frattempo, l'imputato era rientrato al lavoro dissimulando l'accaduto. Come già specificato sopra, in primo grado il Gup del Tribunale di Macerata lo aveva condannato ad otto anni di reclusione, dopo avergli riconosciuto la seminfermità mentale in un contrastante esito di elaborati peritali. La Procura Generale ha chiesto e ottenuto l'aggravio della condanna a nove anni e quattro mesi; anziché la libertà vigilata, come pena accessoria, è stato inflitto un anno in una casa di cura e custodia. Il PM aveva anche chiesto l'applicazione della custodia in carcere o in un ospedale psichiatrico giudiziario, alla luce della non totale incapacità di intendere e di volere e della gravità del reato. La gravità assoluta del caso ha già attirato l'interesse dei media che hanno dato ampio risalto al caso; tant'è che sia “Amori Criminali”, condotto da Camila Raznovich, sia “Storie Maledette” curato da Franca Leosini, ambedue su Rai3, hanno ampiamente trattato per primi la vicenda in tv, rievocata nei giorni scorsi da 'Matrix' su Canale 5. Studio Cataldi illustrerà nei dettagli la pronuncia della Cassazione non appena verrà resa nota la motivazione, che dovrebbe sopraggiungere entro un mese. |
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