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introduzioneIndice | Introduzione | Cap. primo | Cap. secondo | Cap. terzo | Cap. quarto | Cap. quinto | Conclusioni | Bibliografia Introduzione In
questa relazione si trattera´ della mutilazione genitale femminile, una delle
piu´ evidenti violenze inflitte alle donne. Per rispetto delle donne africane
non vorrei utilizzare il termine “ mutilazione “; si dovrebbe usare il termine
circoncisione, cosi´ come viene usato nella terminologia africana. Usero´ il
termine mutilazione per meglio rendere la crudelta´ di questo rito, cercando di
rispettare la sensibilita´ delle donne africane.
L´ infibulazione
costituisce un problema delicato e controverso che porta con se´ implicazioni
religiose, culturali ed ideologiche e crea reazioni emotive sia in coloro che l´
hanno subita, sia nelle persone che vivono nella cultura ove questa pratica e´
comune, sia in noi che viviamo in una societa´che sente estranea questa
mutilazione e che la vede come una violenza perpetrata sulla
donna.
Nell´ ultimo
trentennio vi e´ stata un´ attenzione crescente nei confronti di questa pratica
che “ mutila “ la dignita´ e l´ integrita´ fisica di milioni di bambine e
donne.
Il motivo e´ molto
semplice: vi e´ stata un´ immigrazione massiccia da parte di persone provenienti
soprattutto dai paesi del Terzo Mondo che hanno portato nuove culture e
religioni, esperienze ed esigenze diverse oltre a problematiche economiche e
sociali. Si e´ cosi´ venuti a conoscenza di questa pratica tradizionale non in
terra d´ origine, ma in terra d´ immigrazione.
7 Il fenomeno si e´
presentato nella nostra realta´ sociale ed e´ per questo che pian piano si e´
sviluppata una sensibilizzazione sempre maggiore. Ma non e´ ancora sufficiente:
la maggior parte delle persone e´ riluttante e non disposta ad una discussione
sull´ argomento. Il piu´ delle volte il tema risulta come un tabu´: abbiamo
delle false e stereotipate concezioni rispetto alla cultura altra,
diversa.
Vorrei che attraverso questa mia relazione, il tema fosse motivo di dibattito e discussione per meglio comprendere le ragioni di fondo di questa pratica e per un maggior interessamento e sensibilizzazione nei confronti di questo fenomeno. Penso che bisogna
trattare questo argomento non dal punto di vista puramente occidentale,
considerato quale trucida e barbara pratica, ma anche dal punto di vista della
cultura Africana.
Non possiamo imporre
il nostro modo di vedere e di concepire i diritti umani ad altre culture e
societa´ che non hanno la base sociale ed istituzionale concreta per sviluppare
in maniera analoga a quella occidentale il concetto dei diritti
umani.
Si tende ad esprimere
il concetto dei diritti umani in maniera universale.
Universale e´, a ben
intendersi, il modo di vedere e di pensare occidentale.
L´ influenza
occidentale, dominante all´ origine dello sviluppo delle norme internazionali
sui diritti umani, e´ ora solo una delle influenze culturali nello sviluppo
degli standard internazionali dei diritti umani. Il suo contributo allo sviluppo
dei diritti umani e´ stato enorme ma non unico; altre culture hanno apportato
significanti contributi al concetto collettivo della dignita´
umana.
8 Sebbene il concetto
occidentale dei diritti umani fu introdotto nei sistemi legali di molte culture
non occidentali, attraverso il colonialismo e l´ influenza culturale
occidentale, non fu sempre una facile trasposizione.
Per molti nel Terzo
Mondo, i diritti umani rimangono un concetto alieno e un esempio di imperialismo
culturale.
Inoltre la supposta
protezione dei diritti umani e´ stata spesso vista quale pretesto per un
continuo intervento dei poteri coloniali occidentali negli affari interni di
tali stati sovrani.
La cultura
tradizionale Africana era ed e´ oggi compatibile con i diritti umani, ma con una
concezione africana dei diritti umani, fondata in un contesto africano; e non
con le norme occidentali che inglobano la Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani.
Dobbiamo riconoscere
che in un mondo pluriculturale ogni cultura riconosce i diritti umani alla sua
maniera.
Essendo rivolti ad un
pluralismo culturale e opposti ad un relativismo culturale, cio´ ci permette di
raggiungere un consenso universale sulla base dei diritti umani condivisi dalle
diverse culture.
E´ essenziale
conciliare il concetto di diversita´ con quello di
universalita´.
Dobbiamo aver rispetto
delle altre e diverse culture, ma tale rispetto non puo´ conciliarsi di fronte a
pratiche, quale la mutilazione genitale femminile, che violano l´ integrita´
fisica della persona.
Cio´ che credo sia
importante e´ il modo in cui si puo´ intervenire per abolire tali pratiche,
senza pero´ criticare la cultura altrui. Bisogna portare avanti un 9 discorso dal punto di
vista educativo: i paesi che praticano la mutilazione hanno bisogno di uno
sviluppo concreto dal punto di vista sociale ed economico.
Non imporre la propria
cultura, ma cercare di adeguare gli standards internazionali dei diritti umani
alla vera realta´ sociale Africana.
La relazione si
sviluppa su cio´ che il mondo occidentale ha iniziato concretamente a sviluppare
per sradicare tale pratica.
In America, grazie al
caso di una ragazza toganese, che dopo molte esperienze negative e´ riuscita ad
ottenere l´ asilo politico poiche´ era fuggita dal suo paese perche´ temeva di
essere sottoposta alla pratica della mutilazione, e´ stata modificata la legge
dei precedenti: ora le donne che non vogliono sottoporsi a tale pratica possono
fare domanda di asilo perche´ perseguitate dal loro status di donne,
appartenenti ad un determinato gruppo sociale.
Le donne, devono avere
la possibilita´ di esprimersi: non si puo´ perpetrare tale pratica su bambine
che non possono esprimere la loro opinione. Se, ci deve essere un consenso
cosciente, conoscendo inoltre le diverse conseguenze della pratica, soprattutto
dal punto di vista fisico e psichico.
In Europa , come ho
detto prima , si e´ venuti a conoscenza di questa pratica, attraverso l´
immigrazione. Il rito viene praticato illegalmente, poiche´ e´ perseguibile dal
punto di vista penale.
Negli ultimi anni sono
state emanate anche delle leggi specifiche per “debellare“ il fenomeno in
Europa., vedi li caso del Regno Unito e la risoluzione approvata dal Parlamento
europeo nel 2001 riguardo alla pratica delle mutilazione ed alla possibilita´ di
far richiesta d´ asilo.
10 Ma lo strumento legale
non e´ sufficiente ed non e´ efficace. Si rivolge a persone, che prive di un
livello culturale adeguato sono legate alla tradizione. In Europa e in ogni
altra terra di immigrazione, il ripetersi del fenomeno e´ legato anche al
problema della non integrazione degli immigrati. E´ probabile che, ritrovandosi
in un nuovo contesto culturale potenzialmente ostile, o semplicemente
incomprensibile, l´ individuo legga nelle proprie usanze l´ unico vero legame
che, ancora ed indelebilmente, lo unisce alla cultura da cui deriva e sia spinto
a praticarle anche quando queste si scontrano con la morale locale, o
addirittura con la legge.
Per meglio comprendere
il fenomeno, bisogna anche inoltrarsi in territorio africano e vedere come negli
ultimi anni, in alcuni stati , si e´ presa coscienza del fenomeno e come si
e´cercato di sradicarlo.
Esistono gia´ delle
leggi sostanziali in Sudan e in Somalia, in altri stati le donne africane hanno
preso coscienza delle conseguenze di tali riti e si sono ingeniate per trovare
dei riti alternativi di iniziazione che non violino l´ integrita´ fisica della
persona ( vedi Gambia ) Questo percorso educativo per sradicare la pratica della
mutilazione genitale femminile e´ un percorso lungo, ma che sta gia´ dando
i.suoi frutti.
Sradicare elementi culturali, cosi´ radicati nella coscienza umana, non e´ un´ impresa facile, ma sappiamo che un giorno tale pratica verra´ completamente abbandonata e lo status sociale della donna trovera´ finalmente riconoscimento sulla scena internazionale in maniera sostanziale e non solamente formale.
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